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Landi Renzo in crollo: i motivi

Pubblicato il 05/02/2016 alle ore 11:32:00

CAVRIAGO (Reggio Emilia)  I conti sempre più in tensione e la richiesta di rivedere i termini di un’obbligazione, hanno portato ieri a un sonoro scivolone in Borsa per la Landi Renzo. Una giornata nera, forse la peggiore dalla quotazione del 2007, vissuta ieri a Piazza Affari dal titolo del listino Star.
 

Alla chiusura dei mercati, alle 18, le azioni dell’azienda reggiana hanno perso il 19%, quasi un quinto del loro valore, già sceso ai minimi da 5 anni, peggiore performance del segmento nel quale il titolo è crollato di oltre il 50% negli ultimi 12 mesi. Un’azione vale poco meno di 50 centesimi: nel febbraio del 2011 era al top verso i 3 euro: sei volte tanto.
 

Ma al di là dei corsi borsistici, l’influenza è determinata da fattori concreti. L’azienda è solida dal punto di vista industriale e, come detto già più volte, ad eroderne i margini sono i cambi sfavorevoli così come il crollo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, che ha ridotto l’interesse per i motori a gpl o metano, core business dell’azienda di Cavriago.
 

Il patron Stefano Landi può contare su un’esperienza industriale consolidata di oltre 60 anni nel settore, la presenza in oltre 50 paesi e una percentuale di vendite generata all’estero di oltre l’80%. Per uscire dalle secche servirà però qualcosa di più della buona volontà.
 

I mercati hanno accolto con diffidenza la decisione del cda dell’azienda, che si è riunito ieri per prendere atto prima di tutto delle stime preliminari dei principali dati consolidati dell’esercizio 2015 e non ancora certificate dalla società di revisione. Questi prevedono un fatturato di circa 205 milioni di euro contro i 233 del 2014, e una posizione finanziaria netta negativa di circa 60 milioni, segno di una tensione che doveva essere stemperata anche grazie a fonti di finanziamento a lungo termine.
 

Ma viste le stime e la probabile evoluzione del dato relativo al margine operativo lordo (scespa 1,9 milioni di euro al 30 settembre dell’anno scorso rispetto al passato) il cda ha deliberato di convocare gli obbligazionisti per proporre «di posticipare la data di riferimento per la prima rilevazione del rispetto dei parametri finanziari» di un anno, al 31 dicembre 2016, e di «introdurre un piano di rimborso amortising (a partire dal 30 giugno prossimo fino alla data di scadenza del 15 maggio 2020), in linea con le disponibilità finanziarie attese e una maggiorazione del tasso di interesse per il solo esercizio 2016 (pari allo 0,4% su base annua e, quindi, corrispondente allo 0,2% su base semestrale)». Se accettata dall'assemblea, dunque, la variazione prevede che nel 2016 venga distribuita una cedola pari al 6,50%, distribuita in due tranche.
 

Il gruppo Landi sta affrontando da tempo la situazione con forti investimenti in ricerca e la presentazione di nuove soluzioni per la mobilità eco-sostenibile. Un’altra tegola potrebbe giungere con la recente revoca delle sanzioni all'Iran dopo che l'Iaea ha certificato che il Paese ha ridimensionato il suo programma nucleare.
 

Un’arma a doppio taglio per l'azienda reggiana perché da un lato avrà maggiori opportunità di espandere la propria attività in a forte sviluppo. Dall'altro lato uno scenario con un prezzo più basso del

 

petrolio per lungo tempo continuerà ad avere un impatto negativo, come è già evidente, sulle vendite di quei veicoli in Europa alimentati alternativamente. E l'Europa è ancora di gran lunga la regione più importante per l'azienda, come rimarcato pochi giorni fa dagli analisti di Mediobanca.

 

http://gazzettadireggio.gelocal.it/reggio/cronaca/2016/02/05/news/automotive-l-azienda-in-crisi-1.12897678



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