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Montani lascia subito?

Pubblicato il 14/02/2016 alle ore 18:19:27

Genova - All’indomani del ciclone Malacalza, le 36 righe con le quali l’azionista di maggioranza di Carige ha annunciato «forte discontinuità» ai vertici della banca, annunciando di fatto che il rapporto con il presidente Cesare Castelbarco Albani e l’amministratore delegato Piero Montani ha fatto il suo tempo, cresce la curiosità su chi prenderà il posto degli uscenti il prossimo 31 marzo, giorno in cui è stata convocata (in anticipo) l’assemblea degli azionisti.
 

Secondo indiscrezioni circolate nell’ambiente finanziario milanese - ma che non trovano assolutamente conferma - a sostituire Montani potrebbe essere Enzo Chiesa, ex direttore generale di Bpm al quale Andrea Bonomi preferì proprio Montani quando si trattò di scegliere, nel 2012, l’amministratore delegato della Popolare di Milano. Negli anni scorsi, peraltro, Chiesa è rimasto coinvolto in alcune vicende giudiziarie insieme all’allora presidente di Bpm Massimo Ponzellini. A fine 2014, dopo 25 anni passati nella banca lombarda come direttore finanziario prima e direttore generale dopo, è entrato da advisor in Jp Morgan Italia. «Il nome di Chiesa circola da un paio di giorni, ma non sembra essere la persona giusta, almeno in questo momento», taglia corto una fonte.

 

Ma l’attesa cresce anche intorno alle scelte che Castelbarco e Montani potrebbero maturare nei prossimi giorni: resteranno in sella fino al 31 marzo o decideranno - soprattutto Montani - di fare un passo indietro prima dell’assemblea, alla luce della frizione ormai conclamata con l’azionista Malacalza? Per ora nessuno può, e vuole, rispondere a questa domanda. «Montani non ha gradito la modalità con la quale è stato, di fatto, licenziato dall’azionista - spiega un’altra fonte, chiedendo l’anonimato - Non è escluso che possa dimettersi prima dell’assemblea, che peraltro si annuncia molto “calda”».

 

In attesa che Malacalza Investimenti annunci il nome della nuova guida della banca ligure, ciò che si sa è che l’industriale dell’acciaio e della tecnologia il nome lo ha già in tasca, scelto tra vari candidati, con una «chiara visione industriale» e relativamente giovane «certo non a fine carriera». Alla sua ufficializzazione mancano solo alcuni passaggi tecnici in Bankitalia.

 

Intanto Fondazione Carige, che con l’1,96% è legata da un patto di consultazione al 17,6% del primo azionista, fa sapere di condividere le scelte della famiglia Malacalza: «Siamo in grande sintonia - dice il presidente Paolo Momigliano - C’è un progetto che i Malacalza avevano annunciato nel momento dell’ingresso in Carige, e che è ancora valido, di un rafforzamento della banca e di un rafforzamento del legame con il territorio che condividiamo».

 

http://www.themeditelegraph.com/it/markets/finance-and-politics/2016/02/14/carige-fondazione-scarica-vertici-che-ora-potrebbero-dimettersi-caso-lzyjyw2cJi1nferoxoRElI/index.html



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