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Vivendi sale al 20% di Mediaset

Pubblicato il 14/12/2016 alle ore 23:37:58

Lo spirito degli inizi, quello della famiglia dalla “compattezza più assoluta”, e uno scouting preliminare per tirare dalla propria parte gli azionisti minori del gruppo in caso fosse necessario rafforzare ulteriormente la posizione di forza contro l’avanzata dei francesi di Vivendi. Passa per queste due mosse, secondo quanto spiegano fonti vicine al dossier, la strategia che il “gabinetto permanente” di Fininvest, capofila del gruppo Mediaset, sta mettendo in campo in queste ore, in una serie di riunioni e di contatti che vedono in prima linea Silvio Berlusconi. Al fondatore della creatura televisiva, presa d’assalto dal colosso dei media transalpino guidato da Vincent Bollorè, salito oggi al 20% dell’azionariato dell’azienda di Cologno Monzese, spettano le parole più dure, che puntellano una linea senza sconti: “operazione ostile”, nessuna intenzione “di lasciare che qualcuno provi a ridimensionare il nostro ruolo di imprenditori”. La difesa a oltranza, che si sostanzia di un terza barriera, pronta ad attivarsi da aprile, quando le regole in materia lo permetteranno: portare la quota di Fininvest ancora più su. Il tutto in una cornice che suona come insolita, quella protettiva del Governo e del Pd, portata avanti dall’imprinting ultraliberista del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e dal vicesegretario dei dem, Lorenzo Guerini, pronti ad “azioni per mettere in sicurezza Mediaset”, definito un patrimonio nazionale.

C’è una convinzione che circola dentro Mediaset, quella cioè che Vivendi voglia prendere il bottino pieno, cioè tentare l’assalto all’intero gruppo. Gli intenti dichiarati dei francesi, messi neri su bianco nel comunicato stampa diramato a inizio settimana, parlano della volontà di diventare un socio industriale, ma le parole di Berlusconi, che è ritornato a rinfacciare ai transalpini l’accordo sfumato ad aprile (“Non è certo questo il miglior biglietto da visita che Vivendi possa esibire nel riproporsi come azionista industriale della società”) mettono in luce i dubbi e i tormenti della famiglia Berlusconi sul futuro dell’azienda.

I francesi, dal canto loro, proseguono nella road map indicata, seguendo la strada adottata dentro Telecom Italia, dove sono arrivati a conquistare il 23% dell’azionariato. Compiuto il passo di arrivare dentro Mediaset con il 20%, per il gruppo francese si aprirebbero diversi scenari. Quello più plausibile, spiegano le stesse fonti, è che Bollorè non miri a conquistare Mediaset, ma a mettere pressing su Berlusconi per fare di Mediaset una delle colonne portanti del progetto di una Netflix paneuropea, dove il Biscione può contare molto sul versante della produzione dei contenuti. L’altra strada, quella della scalata, è ad oggi più difficile. Di fatto Vivendi può chiedere ........

 

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http://www.huffingtonpost.it/2016/12/14/mediaset-vivendi-_n_13632190.html

 



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