C'è un aspetto che Sergio Marchionne non ha forse messo in conto nel gestire la grana delle accuse arrivate dall'Agenzia americana per l'ambiente.
È il fatto che lo spoil system previsto a breve, dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, riguarderà il vertice dell'Epa, con la nomina dell'«ecoscettico» Scott Pruitt, ma sotto di lui le cose non dovrebbero cambiare.
A occuparsi del presunto Dieselgate riguardante Fca saranno gli stessi tecnici e funzionari che hanno istruito il dossier sul quale sta ora indagando anche il Dipartimento di Giustizia.
Con Pruitt alla presidenza, a questo punto, queste persone dovrebbero rimangiarsi tutto o dimettersi in massa. A meno che Pruitt non decida di chiudere l'Epa, atto che dovrebbe passare però dal Parlamento. C'è un altro fatto da tenere presente: Marchionne ha detto che è dal settembre 2015, quindi da oltre 15 mesi, che Fca dialoga con l'Epa sul tema delle emissioni. È possibile che in tutto questo tempo gli emissari del gruppo non siano riusciti a spiegarsi?
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