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Gemish rallenta sullo scorporo della rete

Pubblicato il 28/11/2017 alle ore 10:05:38

La rete per Telecom è un asset strategico e, almeno per il momento, non si tocca. Lo ha detto l'Ad Amos Genish nel suo primo incontro avuto ieri con i sindacati, lanciando indirettamente un chiaro messaggio al governo. 

"Riceviamo molte pressioni" ma "lo spin-off non è necessario", avrebbe detto fra l'altro Genish, secondo quanto riportano le fonti sindacali presenti all'incontro. Apparentemente una frenata, rispetto alle indiscrezioni secondo cui il tema dello scorporo finirà sul tavolo del cda il prossimo 5 dicembre. "Lo spin-off della rete al momento non è previsto, è un asset molto importante dell'azienda. Siamo sottoposti a molte pressioni, Tim ha la migliore separazione di rete", ha detto il manager israeliano. "Solo Open Reach" è meglio di Telecom Italia come gradi di separazione della rete, ha poi aggiunto riferendosi al progetto britannico. 

"Noi stiamo realizzando tutto quello che abbiamo detto ad Agcom, quindi se ci sono problemi di equivalence e neutralità vogliamo capire le analisi e le motivazioni per fare cose diverse. Al momento stiamo rispettando tutti gli impegni assunti. La nostra idea è che non ci sia necessità di nessuna separazione della rete. Il piano industriale dovrà puntare alla crescita dei ricavi, bisogna creare valore e contrastare la perdita dei clienti. Faremo il massimo - ha aggiunto Genish - per aumentare i nostri margini, e siamo impegnati affinché i lavoratori siano sempre più motivati".

Il nuovo amministratore delegato di Tim incontrava per la prima volta le organizzazioni sindacali SlC-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom e Ugl-Telecomunicazioni. Un'occasione - si legge in una nota della società - per delineare i nuovi pilastri della strategia di sviluppo dell'azienda che sarà introdotta nel Piano Industriale 2018-2020. Genish - riferisce la nota - ha sottolineato ai sindacati la volontà di Tim di ricoprire un ruolo da protagonista nell'ecosistema digitale che sta cambiando radicalmente alla luce della trasformazione tecnologica in atto, e che riguarda tutti i settori e la vita delle persone. Per favorire questo processo di cambiamento Tim continuerà a investire in innovazione, ma anche nella formazione e motivazione dei suoi dipendenti, e promuoverà la diffusione della "cultura digitale" in tutta l'azienda.

In realtà, secondo i sindacati, il manager non è in grado ad oggi di dare una visione a medio lungo termine e si è limitato ai prossimi 12 mesi. E' stato fra l'altro assicurato che Tim Brasil non sarà ceduta. "resta un business importante, dobbiamo puntare sul mobile, il Brasile non sarà venduto". L'indebitamento resta comunque una spina per il gruppo, il lavoro fatto fino ad oggi non basta e il nuovo piano dovrà sostenere lo sviluppo e trovare un efficientamento dei processi produttivi. "Il mercato si aspetta un rapporto tra ebitda e debito a 2.7, questo si può fare aumentando l'ebitda o creando più cassa. Non ci sono alternative, escluso un aumento di capitale, il mercato non capirebbe e sarebbe un disastro", avrebbe detto ancora Genish. 

I sindacati restano in guardia. FIstel Cisl - Uilcom Uil e Ugl tlc in una nota congiunta affermano che pur registrando la disponibilità al confronto da parte del top manager di Tim, c'è la necessità che oltre alla enunciazione, vi siano fatti concreti e conseguenti, a partire dal piano industriale. Le segreterie nazionali ribadiscono che, in assenza di un confronto puntuale sui contenuti del piano industriale, non sussistono i presupposti che giustifichino la proroga al ricorso del contratto di solidarietà in essere che scade il prossimo 3 gennaio 2018. 

Una frecciata è stata infine riservata al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda da Salvatore Ugliarolo, segretario generale Uilcom: "Chiediamo da tempo un incontro a Calenda sul tema della rete, che puntualmente il ministro diserta e preferisce dialogare sui social o con i tweet o andare in tv a dare la sua ricetta sulla rete".

 

http://www.finanzareport.it/Detail_News_Display/News-e-Analisi/telecom-ai-sindacati-la-rete-non-si-tocca



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