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Carige: accordo per gli esuberi

Pubblicato il 17/12/2017 alle ore 23:09:20

Dopo l'aumento di capitale, l'accordo raggiunto ieri sera con i sindacati sugli esuberi è per Carige il secondo tassello per la realizzazione del Transformation program, presentato nell'ultimo piano industriale dell'amministratore delegato Paolo Fiorentino. Il programma, oltre al nuovo modello organizzativo e al taglio del costo del lavoro, dovrebbe portare a un aumento per dipendente del 48% della marginalità e a una crescita del 29% della produttività, in linea con le performance attuali dei principali concorrenti.

Il perimetro occupazionale della banca che oggi si estende fino a oltre 4.700 lavoratori (dopo i 150 esodi degli ultimi mesi) secondo l'obiettivo indicato nel piano si dovrebbe ridurre intorno a 3.900, con due azioni congiunte: le uscite volontarie e incentivate con il ricorso al fondo di solidarietà e le esternalizzazioni. Ieri è stato raggiunto l'accordo sul capitolo esuberi, solidarietà e mobilità, mentre sarà oggetto di un ulteriore negoziato quello che riguarda le esternalizzazioni.

Nel dettaglio, la media anagrafica piuttosto elevata (47 anni) dei bancari del Carige ha consentito di attivare l'ammortizzatore sociale per 645 lavoratori e di fare solo uscite volontarie. Il fondo sarà attivato per una media di tre anni con un costo di 50 milioni di euro. Delle uscite 490 interessano coloro che maturano i requisiti dall'inizio del 2021 alla fine del 2023, con accesso al fondo esuberi tra il 2018 e il 2019. Viene riconosciuta priorità di adesione per i lavoratori disabili, i lungo assenti e coloro che assistono familiari portatori di handicap. Per chi resta, le parti hanno condiviso 9 giornate di solidarietà nel 2018 e 7 nel 2019 e nel 2020 con corrispondente riduzione di stipendio. Inoltre la chiusura di 121 filiali ha portato al tavolo negoziale anche il tema della mobilità territoriale che secondo quanto dichiarato dalla banca potrà interessare 30 posizioni. Ai lavoratori interessati, al di sopra di un certa fascia chilometrica, saranno comunque garantite condizioni che compenseranno il disagio degli spostamenti e un preavviso.

Data la forte richiesta di partecipazione ai lavoratori e la loro centralità per il raggiungimento degli obiettivi di piano, l'accordo ha praticamente confermato le previsioni della contrattazione integrativa dell'istituto e ha aperto alla possibilità di attivare un premio variabile di risultato che, se venisse realizzato, ingloberebbe il cosiddetto premio sociale. 

Con l'accordo di ieri, per Vilma Marrone della First Cisl «i lavoratori e i sindacati hanno fatto la loro parte per salvaguardare l'occupazione e rilanciare la banca e i responsabili della crisi devono pagare per le loro responsabilità» mentre Riccardo Garbarino della Fabi sottolinea che «le uscite sono volontarie» e i sacrifici per chi resta «sono stati circoscritti e saranno temporanei». Lucio Gambetti della Fisac aggiunge che «restano da definire questioni molto complesse relative agli altri temi del piano e che bisognerebbe tornare a parlare dei lavoratori del settore e dei posti di lavoro che si perdono ogni giorno». Con questo accordo infatti non è stato completato il piano di riduzione del costo del lavoro previsto dal piano industriale che dovrebbe raggiungere, nel 2020, i 264 milioni di euro, secondo quanto si legge nell'accordo, in calo del 16 per cento. Nelle prossime settimane le parti dovranno tornare al tavolo per il progetto delle cessioni ed esternalizzazioni in cui rientrano la cessione di Creditis e della piattaforma di gestione degli Npl con un contratto di servicing e la gestione in outsourcing dei servizi di Ict. Un negoziato dall'esito non scontato vista la ferma richiesta del sindacato di garantire ai lavoratori il contratto del credito e tutele occupazionali e salariali.

 

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/impresa-e-territori/2017-12-16/carige-accordo-esuberi-490-prepensionamenti-entro-2019-190324.shtml



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