Il ministero del Tesoro, d'accordo con Palazzo Chigi, chiede alla Cassa Depositi Prestiti di riformulare l’offerta per rilevare Netco, l’infrastruttura di Tim che comprende la rete primaria, la rete secondaria di Fibercop e i cavi sottomarini di Sparkle.
La Cdp è socia di Tim al 9,9% e della rivale Open Fiber al 60%: qualora un'offerta andasse in porto, si potrebbe pensare ad una rete unica. La sua bozza di offerta, che ora andrà rivista, è leggermente superiore a quella ricevuta da Tim lo scorso febbraio da parte di Kkr, il fondo americano di private equity: parte da una valutazione di Netco di oltre 18 miliardi, ma con una maggior componente in contanti rispetto ai 10 miliardi messi sul piatto da Kkr.
A Palazzo Chigi il timore è che la proposta possa non superare il vaglio dell'Antitrust Ue, in vista di una futura unione con Open Fiber. La Cdp proporrà una nuova bozza dopo aver presentato i "necessari nuovi approfondimenti" richiesti dal Governo. Benché ci vorranno almeno due settimane, ciò sta a dimostrare l’impegno e la volontà di Cdp di rafforzare le proprie competenze anche nel settore delle telecomunicazioni.
Da definire il perimetro della rete, nel quale potrebbe finire dentro anche FiberCop, oltre al debito e ai dipendenti. A quel punto partirà il processo di definizione di una Combined Entity con Open Fiber, società partecipata al 60% da CDP Equity S.p.A. (società riconducibile al gruppo Cassa depositi e prestiti) e al 40% da Fibre Networks Holdings S.a.r.l. (società riconducibile al gruppo Macquarie), prevedendo anche il coinvolgimento di Kkr già azionista al 37,5% di FiberCop, insieme a TIM (58%) e Fastweb (4,5%)
Open Fiber è stata valutata l’ultima volta a 7,3 mld. In quel caso, se il valore non fosse cambiato, il rapporto tra le due potrebbe essere di circa 2,5 a 1.
